Festa di Pasqua in Tirolo | Beytna

in libanese, "beytna" è un invito a casa. Immergersi nel mondo dell'altro, dell'ospite. Il cibo gioca un ruolo importante in questo senso. È quanto accade anche nel pezzo del coreografo e danzatore di origine libanese Omar Rajeh, che ha presentato il suo assolo Dance is not for us al festival dello scorso anno. Sul palco, una cuoca donna, la madre di Rajeh, è responsabile del monumentale tavolo su ruote. È l'unica donna e agisce come un'onnipresente influenza calmante negli eventi turbolenti che si susseguono.
Quattro solisti della danza, provenienti da contesti culturali molto diversi, hanno intrapreso apertamente una ricerca sulle rispettive tradizioni ed esperienze personali. Il risultato è un pezzo di teatro-danza a più livelli in cui le emozioni a volte ribollono, ma che dimostra anche che ciò che li unisce supera di gran lunga ciò che non li unisce. Oltre al libanese Omar Rajeh, che ha sviluppato il concetto di Beytna, danzano e si esibiscono l'africana occidentale Anani Sanouvi, il belga Koen Augustijnen e il coreano Moonsuk Choi. Fanno parte del programma anche quattro musicisti dal vivo provenienti dal Libano e dalla Palestina. "Beytna" vi invita a una festa per tutti i sensi, che combina danza, testo, film, musica e delizie culinarie nel modo più meraviglioso.